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Sarri si gode il “suo” scudetto: “Merito alla società e al presidente, sono affezionato a questi ragazzi”
Da Enrico Cantone
Luglio 27, 2020
Dopo aver vinto il suo primo scudetto, a 61 anni, Maurizio Sarri si presenta ai microfoni di Sky Sport “Questo è un successo speciale, questo gruppo vince da tanti anni ma ogni campionato che passa è più difficile. E’ stato un campionato particolare, difficilissimo e lunghissimo e anche per questo il successo è stato più bello, i ragazzi sono riusciti a mantenere la concentrazione fino alla fine. Di chi il merito di questo scudetto? La costante di questi anni è la società, il presidente è un grande personaggio, ti dà benzina, ti aiuta nei momenti di difficoltà. E i dirigenti sono sempre presenti agli allenamenti, puoi confrontarti: sì, in questo club la società ha un ruolo importante. Come organizzazione è chiaramente tra le top in Europa, da quel punto di vista non mi potevo aspettare di meglio. Bisognava capire il modo di pensare, entrare in punta di piedi e cominciare pian piano a cambiare le cose che ti piacciono di meno. Non potevo entrare in un club che vince da otto anni e imporre le mie scelte, sarebbe stato poco intelligente”.
Un passaggio interessante è sulle difficoltà incontrate nel suo cammino: “La difficoltà più grande? Far convivere alcuni giocatori e far giocare insieme alcuni elementi, non era scontato come negli scorsi anni. Un esempio? Dybala e Ronaldo hanno giocato spesso insieme ma non sempre: non è facile farli convivere ma dopo un percorso lungo credo che ce l’abbiamo fatta”.
Il nuovo tecnico campione d’Italia poi continua: “Prima del lockdown avevamo trovato una sensazione di solidità che poi abbiamo perso ma è un discorso lungo, tante squadre hanno sofferto la stessa cosa. Probabilmente ci sono componenti fisiche e mentali che hanno portato a questo. Questa squadra proprio per questo motivo ha ancora margini di miglioramento”.
Sarri poi non esita su una domanda scomoda di Caressa: “Il confronto con i giocatori? E’ una mistificazione, in tutti gli spogliatoi ci sono momenti di questo tipo, è normale”. E poi la domanda di Del Piero: “La Champions? Stasera non vorrei pensarci, voglio passare una notte di soddisfazione, io e penso anche i miei giocatori. Vedremo come arriveremo, abbiamo 14 partite in 40 giorni nelle gambe, abbiamo perso alcuni giocatori e speriamo di non aver perso anche Dybala. E’ complicato fare previsioni, ogni squadra arriva con preparazioni diverse. Dovessimo superare il Lione, ho la sensazione che può succedere di tutto”.
La chiusura: “Il primo giorno entri e vedi campioni e fuoriclasse; dopo un anno vedi ragazzi e persone a posto. Dopo tanto tempo ti affezioni, all’inizio c’era un rapporto professionale”.
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Enrico Cantone