La Gazzetta dello Sport e i dieci “flash” che hanno deciso l’addio di Sarri

Sarri

Sarri

Mentre la risoluzione consensuale del contratto è un’ipotesi che ad oggi è poco realistica, la ‘Gazzetta dello Sport’ in edicola oggi analizza la stagione di Sarri alla guida della Juventus in un’ottica diversa. Il quotidiano elenca 10 momenti, o situazioni, che di fatto hanno rappresentato il preludio all’esonero, per certi versi clamoroso visto che si parla dell’allenatore che ha portato la Juventus al nono scudetto di fila. Episodi che hanno segnato questa strana annata e che tutti hanno contribuito all’epilogo di inizio agosto. Vediamo quali sono.

C’è stato, ad esempio, un rapporto non ottimale con una parte dello spogliatoio (punto 1), peraltro la più influente. Viene ricordato come con Chiellini non sia “scattata la scintilla”, mentre con Dybala, De Ligt e Cuadrado c’è stata una bella relazione, testimoniata anche dai messaggi dei diretti interessati al momento dell’esonero. Il punto 2 è strettamente legato, visto che si parla del rapporto con Cristiano Ronaldo: la ‘Gazzetta’ parla di “sopportazione reciproca”, senza grandi frizioni ma senza neppure grandi dimostrazioni di affetto. Sarri e il suo integralismo si sono piegati all’individualità di Cristiano, talento che non può essere ingabbiato ma che al tempo stesso garantisce un rendimento costante durante la stagione.

Se la gestione dei casi Mandzukic ed Emre Can (punto 4) poteva essere migliore (soprattutto nel caso del tedesco, visto che per SuperMario c’era già l’intenzione del club di cederlo), va ricordato anche il punto più basso della stagione di Sarri alla Juventus, al di là dei risultati di campo. Il k.o. di Cagliari (con lo scudetto già conquistato) fu causa di un confronto acceso nello spogliatoio tanto che si ipotizzò l’esonero immediato: la sfida col Lione, che sarebbe arrivata pochi giorni dopo, convinse la dirigenza a temporeggiare.

A proposito di dirigenza, il punto 5 riguarda il rapporto con Paratici, deterioratosi nel tempo: dalla tentata cessione di Dybala, lo scorso agosto, al mancato acquisto di un terzino sinistro, probabilmente l’unica vera richiesta di Sarri in sede di mercato, il tecnico toscano non è mai stato preso in seria considerazione nelle scelte del d.s.

Sarri ha poi pagato un equivoco di fondo (6): si è sentito un gestore di uomini e non un allenatore. Non la qualità migliore di un tecnico famoso ed apprezzato per altre caratteristiche. L’estero, poi: dall’offerta, rifiutata sul nascere, proveniente dalla Cina in primavera (punto 7), al pensiero di lasciare nuovamente l’Italia (8) ma solo per un progetto che gli lascerebbe ampio spazio di manovra. L’Atletico Madrid, tanto per citarne uno, sarebbe stuzzicante.

Un episodio che ha poi segnato gli ultimi giorni “sarriani” è stato il “like” di Douglas Costa lasciato al comunicato ufficiale del club sull’esonero di Sarri (9). Un voltafaccia inaspettato che l’ex Napoli e Chelsea non si aspettava da uno degli uomini su cui aveva puntato di più, anche se con parsimonia dettata dalle condizioni fisiche del brasiliano.

Il punto 10? Non poteva che essere quello che già sentiva nell’aria da qualche giorno, prima della partita col Lione. Quella dichiarazione che oggi può essere interpretata in modo diverso (“I dirigenti non sono dilettanti, non decidono in base ad una partita”) era in realtà un chiaro segnale di quanto sarebbe accaduto poco dopo.