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Gramellini contro giocatori di oggi: siate seri, fate come Maradona

Da Enrico Cantone

Settembre 30, 2020

Gramellini contro giocatori di oggi: siate seri, fate come Maradona

Gramellini sul focolaio covid ha tirato le orecchie ai calciatori che son ricchi e famosi ma dovrebbero essere previdenti visto che il giocatore del Genoa ha probabilmente contratto il virus nel giorno di riposo. Ma Gramellini ha usato come esempio Maradona che si mise in clausura in passato per non infettare i compagni. Solo che parlare di Maradona come esempio fà un pò sorrider visti i suoi trascorsi per droga, evasione fiscale soprattutto per la sua nomea di poco avvezzo ad allenamenti, orari e regole da rispettare.

Ecco le sue parole:

Con ogni probabilità il calciatore che ha contagiato mezza squadra del Genoa aveva contratto il virus durante la giornata di riposo. Ho letto commenti del tipo: ‘Non si può impedire a un giocatore di avere la vita sociale che desidera’. E se invece stesse proprio lì il problema? I calciatori di Serie A possiedono in dosi massicce i due tesori che ogni giovane vorrebbe avere: fama e denaro. Ricchi, famosi, siate anche seri.

In America hanno risolto il problema chiudendo i campioni del basket in una bolla dorata, ma pur sempre una bolla, da cui di fatto usciranno a fine campionato o quando arriverà il vaccino. Capisco che a esprimere certi pensieri fuori moda si rischia di passare per barbogi. Ma se avessi un figlio calciatore professionista e lui si degnasse di togliersi le cuffie per il breve lasso di tempo necessario ad ascoltare il mio predicozzo, gli direi di prendere tutte le precauzioni necessarie, senza aspettare che a imporgliele arrivino un regolamento federale o una clausola contrattuale. Nei miei anni da giornalista sportivo ho visto abbastanza di tutto, ma in quel tutto ho visto anche il più trasgressivo (e formidabile) fuoriclasse di sempre, con un sistema immunitario indebolito dai bagordi, mettersi in clausura volontaria alla vigilia di una partita importante per non rischiare di prendersi l’influenza e di attaccarla ai compagni. Si chiamava Diego Armando Maradona».

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