L’Inter ora rischia seriamente di dover pagare 30 milioni per il “trucchetto” usato con Joao Mario!

La vicenda legata a Joao Mario continua a essere al centro di una disputa legale tra lo Sporting Lisbona e l’Inter, nonostante il giocatore non faccia più parte del club nerazzurro da cinque anni. Al cuore della controversia, una clausola contrattuale del 2016, quando Joao Mario si trasferì dall’iconico club portoghese alla squadra di Milano. Lo Sporting sostiene che l’Inter non abbia rispettato una condizione chiave del contratto, scatenando così una battaglia legale internazionale che sembra ben lontana dal concludersi.

Nel 2016, l’Inter acquistò Joao Mario dallo Sporting Lisbona per una cifra considerevole, intorno ai 40 milioni di euro. Tuttavia, il contratto prevedeva una clausola particolare: l’Inter non avrebbe potuto cedere il centrocampista a un’altra squadra portoghese senza versare un indennizzo di 30 milioni di euro allo Sporting. Il nodo della questione risiede proprio nel trasferimento successivo del giocatore.

Dopo un periodo in chiaroscuro con la maglia nerazzurra, culminato con prestiti a vari club, nel 2021 l’Inter risolse consensualmente il contratto con Joao Mario. Tuttavia, pochi giorni dopo la risoluzione, il centrocampista trovò una nuova casa al Benfica, acerrimo rivale dello Sporting Lisbona. Questo passaggio ha spinto il club biancoverde a sostenere che l’Inter abbia deliberatamente aggirato la clausola inserita nel contratto, evitando il pagamento dell’indennizzo previsto.

Da quel momento, lo Sporting Lisbona ha intrapreso una lunga battaglia legale. Nonostante la FIFA abbia rigettato il ricorso iniziale del club portoghese lo scorso luglio, lo Sporting ha deciso di portare la questione al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), convinto della validità delle proprie argomentazioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano portoghese Record, la prossima udienza si terrà il 9 dicembre, quando il TAS sarà chiamato a esprimersi sulla vicenda.

Lo Sporting reclama con fermezza i 30 milioni di euro previsti dalla clausola, considerandosi danneggiato dall’operazione. L’Inter, dal canto suo, si è sempre difesa sostenendo la legittimità della risoluzione contrattuale e del successivo trasferimento di Joao Mario al Benfica.