Pogba e Milinkovic-Savic, la concorrenza per la Juve è inaspettata

Pogba
Pogba

Chi l’avrebbe mai detto che alla fine, al posto di Manchester City, Chelsea, Inter o Milan, fossero gli arabi a mettere i bastoni tra le ruote al mercato della Vecchia Signora? Si tratta di una situazione certamente nuova un po’ per tutto il calcio internazionale ma che, come messo in evidenza sul blog L’insider, dove si possono trovare spesso gli ultimi pronostici sulle scommesse calcio di Betway, sta spaventando soprattutto i tifosi della Vecchia Signora.

Se il colpaccio targato Milinkovic-Savic sembrava essere praticamente a un soffio, tanto che già si sprecavano le soluzioni a centrocampo per Allegri, che stava sognando un trio fantasia, dinamismo e fisicità con Pogba, Rabiot e il serbo, ora la delusione è evidente tra gli ambienti bianconeri. E non bisogna affatto stupirsi che Milinkovic-Savic abbia accettato la corte degli arabi, visti tutti i soldi che andrà a guadagnare, già alla firma.

Niente Milinkovic-Savic e Pogba ora che fa?

L’oramai ex centrocampista della Lazio sembrava davvero sul punto di vestire la maglia bianconera in questa estate caldissima, eppure il colpo di scena che nessuno si aspettava è arrivato. E parla arabo. Anche il serbo ha subito il fascino dei denari arabi, dicendo di sì alle proposte che arrivano dal campionato arabo, mettendo la parola fine, almeno per i prossimi tre anni, a una carriera di alto livello in Europa e alla possibilità di vincere dei trofei.

D’altro canto, però, il calcio italiano sta vivendo da diversi anni ormai un periodo particolarmente complicato dal punto di vista degli investimenti. Come ben messo in evidenza dal commento di D’Amico su quello che è successo è piuttosto interessante. Il noto procuratore sportivo, infatti, ha voluto approfondire proprio la questione legata al consolidamento di uno status ormai secondario per quanto riguarda il mercato italiano. E le conferme arrivano puntuali ad ogni estate, dove si ripete sempre la stessa storia. I giocatori più rappresentativi della serie A finiscono in Germania, Spagna, Inghilterra o Francia, con le big d’Europa che hanno portafogli a fisarmonica e risorse ben maggiori da investire per l’acquisto di calciatori rispetto a quelle italiane.

Insomma, il mercato italiano ormai è finito in secondo piano, dato che la tendenza è quella di far crescere giovani giocatori di talento per poi rivenderli al miglior offerente. Le cose sono cambiate notevolmente anche per la Juventus, che non si può più permettere di pagare 100 milioni di euro per portare un fenomeno in bianconero, come è accaduto qualche anno fa con l’acquisto di Cristiano Ronaldo. La parola d’ordine è sostenibilità e il nuovo corso del calcio italiano deve puntare sempre di più sulle scuole calcio, sui settori giovanili e sulla crescita al proprio interno di giocatori futuribili e in grado di esordire in prima squadra, magari dopo qualche esperienza in prestito.

La Juventus, da questo punto di vista, è senza dubbio una delle squadre capofila, anche perché i risultati dell’ottimo lavoro che è stato svolto con la Next Gen in serie C sono sotto gli occhi di tutti. Il problema è saper resistere alla tentazione di vendere i vari Iling-Junior, Fagioli, Soulé e Miretti, adesso che il loro valore sta crescendo.

E la razzia di calciatori messa in atto dal campionato arabo, con il chiaro intento per il paese saudita di provare a vincere la corsa per l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2030, potrebbe continuare anche nei prossimi anni. Anche il procuratore Andrea D’Amico è convinto che, da questo punto di vista, bisognerà farci un po’ l’abitudine. Un trend che chiaramente cambierà e sconvolgerà anche il calcio italiano, ma di cui non ci si può preoccupare in maniera eccessiva. In fondo, si tratta di un cambiamento che fa parte della vita e l’importante è saperlo gestire in maniera corretta e non subirlo in modo passivo e basta.